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Mille anni di storia
Mille anni di storia
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Descrizione
Il Comune di Buscate ha una storia antica, millenaria ormai, se è vero che i primi cenni che fanno riferimento ad un paese dal nome di “Busti Cava” datano 974 e 980 d.C.
I successivi documenti che ne attestano l’appartenenza alla pieve di Dairago testimoniano anche della trasformazione del nome del paese che diventerà l’attuale dalla fine del secolo XV in seguito ad un processo che potremmo dire di “corruzione popolare”:
Busti Cava subisce nell’uso quotidiano della lingua degli abitanti di allora diverse variazioni diventando Buscha, Buscava, Buschate fino a diventare successivamente l’odierna Buscate.
A quell’epoca, comunque, Buscate già poteva vantare la presenza di tre chiese dedicate a S. Pietro, S. Maria e a S. Mauro Abate che è tutt’ora la chiesa parrocchiale, ricostruita nella seconda metà del Novecento, e che è dedicata al Santo patrono del paese. Dedicazione antica dalle motivazioni legate alla più antica tradizione ma è documentato come Buscate, già nel XIII secolo, fosse l’unico paese della diocesi di Milano che avesse una chiesa dedicata all’abate Mauro.
La storia di Buscate è comunque strettamente legata a quella della zona: la sua crescita e trasformazione da paese a comune attraversa il Medioevo in cui Buscate si trova apparentato alle vicissitudini della vicina Castano, finendo così per entrare a far parte del Ducato di Milano, protagonista poi nel Rinascimento con le gesta dei Visconti e di Francesco Sforza in seguito.
E’ del 1537 un documento che attesta come Buscate della pieve di Dairago fosse definito “Comune rurale” e dove si nota come le principali attività degli abitanti dell’epoca fossero maggiormente contadine rispetto a professioni più artigianali o commerciali. In seguito, il Ducato di Milano – e con esso quindi anche Buscate – passò sotto la giurisdizione spagnola che lo diede in feudo ai Visconti di Brignano d’Adda (uno dei feudatari, nel 1600, fu anche il famigerato Innominato manzoniano) per poi passare nel secolo successivo sotto la denominazione austriaca.
E’ di quest’epoca settecentesca la diffusione della coltivazione della vite, testimoniata in seguito dalla poesia di Carlo Porta del 1815 dove è preciso il riferimento a Buscate.
Nel frattempo, però, una famiglia era entrata in possesso di larga parte di Buscate, un nome che ancora oggi è vivo nel comune: è quello della famiglia dei Marchesi Rosales, che dalla seconda metà del Seicento erano i maggiori possidenti in Buscate.
L’Ottocento vide la grande epopea dei moti rivoluzionari di indipendenza e del Risorgimento: il feudatario di Buscate, Gaspare Rosales, non fu lontano da questi avvenimenti, credendo fortemente negli ideali di Mazzini tanto che forse l’ospitò nella sua villa quando questi era braccato e in fuga da Milano.
Poi, nell’Italia monarchica, le prime strutture unitarie: la Guardia nazionale, le amministrazioni guidate dai sindaci che si susseguirono in quegli anni in cui lentamente Buscate passò da una condizione fortemente agricola a una maggiore industrializzazione, in particolar modo nel campo del tessile e conciario oltre che a quella degli stuzzicadenti, lavoro che veniva praticato specialmente durante la lunga stagione invernale dai contadini fino a diventare poi attività industriale con fabbriche meccanizzate.
La coltivazione del gelso cominciò ad assumere maggior valenza a partire dalla seconda metà dell’Ottocento e ciò comportò la nascita di aziende tessili. Degna di rilievo rimane anche l’opera del senatore Abbiate a cui si devono numerose iniziative per la modernizzazione dell’agricoltura sul territorio di Buscate. La più grossa azienda tessile in Buscate fu, dalla fine del secolo XIX, quella impiantata dal signor Edoardo Imhoff che occupò centinaia di persone passando anche in altre proprietà fino al 1930. Lo stabilimento fu poi rilevato e trasformato nel 1936 in conceria dalla S.A.C.P.A. rimanendo operativa fino al 1986.
Il Novecento vide l’alternarsi tragico della prima guerra mondiale (cui Buscate diede 72 caduti), il ventennio fascista e la seconda guerra mondiale, per poi tornare alla democrazia, grazie alla Liberazione, e alla proclamazione della Repubblica. Negli anni seguenti si susseguirono varie amministrazioni fino agli eventi del 1992, quando l’intera cittadinanza si ribellò alla possibilità della realizzazione di una discarica presso la cava San Antonio, causando le dimissioni dell’amministrazione allora in carica. Nel dicembre del 1993, dopo un’estenuante protesta popolare, la Giunta Regionale dichiara decaduto il diritto alla realizzazione della discarica controllata di rifiuti urbani, originariamente prevista nel Comune di Buscate.
Dopo 900 giorni di presidio della Cava Sant’Antonio, Buscate vince la sua esemplare battaglia, che è servita anche a sviluppare una coscienza ecologica nei cittadini, impegnati da tempo e tra i primi, nella raccolta differenziata dei rifiuti e nel rispetto dell’ambiente.
Non a caso, nell’ottobre del 2000, attraverso una consultazione referendaria, indetta dalla Pubblica Amministrazione, il 58% dei cittadini si esprimeva favorevolmente circa l’opportunità di entrare a far parte del Consorzio dei Comuni del Parco del Ticino. Questa richiesta venne poi ratificata dalla Regione Lombardia nel 2002. Buscate è oggi un moderno paese dell’area più occidentale della provincia di Milano, che coniuga quindi le esigenze di sviluppo con la necessaria attenzione per l’ambiente del proprio territorio.
(informazioni tratte da: Contadini, filandaie, conciatori di Giuseppe Leoni e Matteo Bolognesi - c20)
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